LA MIA PASSIONE
La mia passione per il restauro nasce dall’amore per l’archeologia. Il modo più immediato e, allo stesso tempo, profondo di avvicinarsi alle culture del passato mi è sembrato, da subito, quello di poter toccare e guardare da vicino gli oggetti che ci sono stati tramandati nel tempo. Dalla terra emergono pezzi di mondi lontani che possiamo cercare di ricostruire anche da un’impronta lasciata da uno sconosciuto vasaio sull’argilla fresca, dai fori incisi da un uomo preistorico per riparare un vaso rotto, dalla piegatura rituale di una spada in bronzo offerta alle divinità, dall’ascia di pietra affilata nuovamente dopo l’uso ripetuto migliaia di volte… I prodotti materiali parlano dell’ingegno, della tenacia, dell’anima di chi li ha costruiti o utilizzati, e penso non ci sia un modo più nobile e appassionante di osservarne emergere i contorni se non mentre li si cura per conservarli!
LA MIA FORMAZIONE
LA MIA METODOLOGIA D’INTERVENTO
Gli studi in Archeologia, unitamente alle esperienze di pratica dello scavo archeologico, permettono un ampio approccio al reperto da restaurare. L’oggetto archeologico può essere recuperato già al momento della sua messa in luce in cantiere (primo intervento sullo scavo), pre-trattato, stabilizzato e riposto nelle condizioni più idonee a seconda del materiale e del suo stato di conservazione, in attesa di eventuali, successivi restauri. L’intervento di restauro viene effettuato in modo da essere funzionale allo studio del reperto archeologico: è a questo scopo applicata la metodologia di selezione dei frammenti secondo il criterio delle tipologie formali da individuare tenendo conto del contesto culturale di appartenenza. Le ricerche in campo archeometrico consentono, inoltre, di valutare la natura degli impasti ceramici, giungendo così ad attribuzioni più sicure. Allo scopo è possibile ricorrere, oltre all’esame mediante microscopio binoculare, ad analisi di laboratorio più approfondite presso centri specializzati. Dopo le fasi di pulitura e consolidamento, le operazioni di restauro possono portare anche alla ricostruzione, completa o parziale, delle parti mancanti: mediante integrazioni in stucco o in resina, generalmente riprese cromaticamente al fine di facilitarne la lettura, l’oggetto viene condotto alla musealizzazione. Gli interventi possono essere eseguiti in cantiere, nel luogo in cui l’oggetto è conservato o nel laboratorio munito di impianto anti-intrusione.
LE FASI PRINCIPALI
PRINCIPALI COMMITTENZE
Musei: Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza; Museo Archeologico di Travo (PC); Museo Archeologico Nazionale di Parma; Musei Civici di Reggio Emilia; Museo del Castello del Buonconsiglio di Trento; Museo Civico Archeologico di Diano Marina (IM)
Soprintendenze: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna; Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Comuni: Comune di Piacenza; Comune di Travo (PC)
Enti: Ente per il Restauro di Palazzo Farnese, Piacenza; Fondazione di Piacenza e Vigevano, Piacenza
Ditte accreditate presso la Soprintendenza: Astarte s.r.l., Brescia; Davide Parazzi, Maleo (LO); Studio Restauro, Savona
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